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E il Consiglio in più sedute pubbliche rifece la discussione generale e particolareggiata sul piano regolatore; esaminò e respinse i reclami dei privati che erano pervenuti all’Amministrazione durante i 15 giorni, nei quali al principio del 1872 il piano di massima era stato esposto al pubblico; ed in adunanza 18 ottobre 1873 approvò il piano regolatore e di ampliamento, quale finalmente era stato presentato dall’ufficio, in parte ristretto o modificato d’accordo coll’ultima Commissione, e diè incarico al Sindaco di farlo approvare dal Governo come opera di pubblica utilità. Ma mentre si stavano approntando le copie dei disegni e degli allegati richiesti dai regolamenti a corredo delle domande per la sanzione legale del piano, taluno dei consiglieri municipali venne in tanto pensiero per lo stato economico del Comune, che non dubitò di proporre al Consiglio la sospensione generale non solo dei progetti approvati, ma anche dei grandi lavori incominciati, per esaminare in appresso quali fosse opportuno continuare, quali abbandonare. Il disavanzo nei bilanci dei primi anni, gl’impegni gravi assunti per straordinari lavori edilizi, il prestito già contratto ed insufficiente, avevano reso manifesto che senza il concorso del Governo, la città non avrebbe potuto, colle proprie forze, sopperire alle esigenze della sua nuova posizione; e che non potevasi pretendere dal Comune di Roma lo eseguimento di una mole di opere, le quali in gran parte si domandavano a comodo e decoro della capitale dell’intiera nazione. Lo che rende ragione del come e del perchè il Consiglio, tornando sui propri passi, approvò la proposta sospensione; tanto più che allora nè si era fatta alcuna pratica per ottenere