Pagina:Piano regolatore di Roma 1883 - Relazione.djvu/118

114

circa delle vie Giulia e Longara. Si può capire il perchè del punto di partenza, trattandosi della Reggia, non già quello dell’altra estremità, dove, anche secondo il piano regolatore, non potrà sorgere che un modesto gruppo di nuove fabbriche, senza speranza di ulteriore sviluppo avendo alle spalle l’erta del Gianicolo. Però come l’indica il disegno, e come dice la memoria che l’accompagna, scopo della nuova via avrebbe ad essere l’erezione sul Gianicolo del grande monumento Nazionale al Re Vittorio Emanuele, fiancheggiato dalle grandi caserme previste dalla legge sul concorso dello Stato nelle opere della città. Il concetto dunque della strada ha avuto origine da un’ipotesi; se questa non si avvera, la nuova strada perde ogni ragione di essere. Difatti non provvede ad un grande bisogno della viabilità, non essendovi, e non potendosi ragionevolmente supporre la tendenza di un grande movimento su tutta l’estensione della vecchia città ad un punto, quale è il mezzo della Longara non suscettibile di molto traffico e distante dal Trastevere e dai Borghi Vaticani. Oltre a ciò bisogna notare a quali inconvenienti condurrebbe l’immaginato rettifilo. Dal Quirinale si scenderebbe alla Piletta col mezzo di gradinate, ma proprio in quel punto esistono gli avanzi dell’Aggere Serviano, e delle sostruzioni del Tempio del Sole; quindi un impedimento archeologico. Bisogna tagliare, e l’attuale residenza del Ministero della Guerra, già Convento dei SS. Apostoli, e il palazzo Odescalchi; poi distruggere la Chiesa di S. Maria in via Lata. Ad un certo punto la nuova strada s’impegna nuovamente fra antichi avanzi che sarebbero dichiarati intangibili, quelli cioè delle Terme di Agrippa fra le vie dei Cestari e di Argentina