Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/89

— L’intendente di una certa dama Thibault, cui voi conoscete, signora.

— Possibile!

— Sì, signora, ed Alberto nol conosce che troppo. Ora, gli è impossibile di farsi un’idea dello scompiglio che si stampò sul viso di quell’uomo smascherato così. Divenne di un tratto furioso.

— «Ah! — gridò egli — voi non volete battervi meco? Ebbene io vi forzerò.

— «Gli uomini come te, miserabile, risponde Alberto con calma, li si trascinano al banco della polizia correzionale.

— «Io non domando mica meglio — rimbeccò il Polacco. Prendete questo infrattanto.

E ciò dicendo, allungò la spada, e ferì Alberto profondamente al collo, e dettesi a gambe.

— Oh! l’assassino! — gridò Regina, lasciandosi cascare sur una seggiola.

— Il Polacco aveva preso i due sotto-uffiziali dai chasseurs nella caserma della via di Courcelles — continuò Marco — allegando che andava a battersi, ch’era straniero, e che non conosceva anima viva. Questi, appreso oramai che roba fosse il loro primo, volevano corrergli dietro, perchè il brigante fuggiva come un lepre. Alberto li ritenne, supplicandoli di lasciarlo andar via tranquillo.

— "Vuolsi far scandalo per assassinar l’onor di una dama, — diss’egli con voce soffocata. Non l’avete udito? desidera un processo in polizia correzionale?

— Il signor Dehal è dunque gravemente ferito? chiese Regina con inesprimibile ansietà.

— Sì, signora. Ed io trovomi qui per codesto.

— Parlate, signore, che volete da me?

— Innanzi tutto, signora, il silenzio il più assoluto su tutto questo avvenimento. Sergio deve ignorarlo...

Il signor di Linsac aprì la porta dell’atelier, si fe’ avanti ed obiettò:

— E perchè dunque debbo io ignorarlo, Marco?

Marco di Beauvois si avvicinò al suo amico e gli tese la mano senza aggiunger verbo.

— Marco, riprese Sergio, mia moglie come la moglie di Cesare, è al disopra della calunnia.

E dicendo ciò, prese Regina fra le sue braccia, e senza