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Ella va a piantar questo problema — ed il dubbio, l’ansietà, l’agitano.

Regina sentiva tutto codesto. Ella andava a dar battaglia.

Ad ogni azzardo, ella cominciò dall’armarsi a meraviglia.

Portava una veste di crespo cilestre con un grande volant di pizzo bianco, rilevato ai lati da quattro grappoli di brughiera rosa. Il suo seno nudo si apriva sopra un mazzetto di mughetti. Alcuni rami di brughiera bianca s’innestavano nelle dense trecce dei suoi serici e lunghi capelli. Due bottoni, di un sol diamante, pendevano dalle sue orecchie rosee e sottili. Le sue spalle nude rivaleggiavano col soffice bagliore delle file di perle che serpeggiavano intorno ad un collo maravigliosamente bello. E le sue braccia bianche e rotonde impedivano di rimarcare le due girate di grosse perle che le allacciavano i polsi.

Regina era alta, flessibile, svelta come una liana. La sua vita avrebbe destato invidia in una vespa. I suoi occhi, di un nero bleu, illuminavano la sua fisionomia del più puro tipo spagnuolo della scuola di Zurbaran. Aveva una pallidezza sana, fresca come una gionchiglia, appetita e mordente, che rivelava l’equilibrio della vita, animando in modo eguale una struttura di primo ordine. Sul suo sembiante volteggiava quella calma calda e stellata delle notti di està. Le sue labbra rosse, un tantin carnute, erano un focolaio di amore, una pila voltaica di voluttà. Il naso, insensibilmente curvo, le dava un’aria fiera e degna, che imponeva rispetto ed indicava ad un tempo che, se giammai una passione agitasse il suo cuore, quella passione potrebbe diventare un uragano. I suoi piedi piccini, inarcati, elastici davano i brividi.

Quando Regina entrò nel salone, tutti gli sguardi si volsero e fermarono su di lei. In mezzo ad una folla d’inglesi — pettinate con uccelli di paradiso, azzimate di rosso e schiacciate sotto una bardatura di diamanti; in mezzo a delle matrone germaniche — caricate d’abiti di velluto verde pomo; infra Americane adornate come tabernacoli di ogni sorta d’oreficeria; d’Italiane, balenanti come iride, e di Russe splendenti di gioielli... quella giovane sì bella, sì elegantemente semplice, messa con un gusto sì squisito, di un portamento sì sereno e sicuro di sè, doveva naturalmente far