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nella settimana. Lo si sapeva uomo di spirito, ed i suoi protettori lo servivano come un hors d’oeuvre ai loro commensali.

Quando era ben stanco, addormentavasi a fianco di sua moglie. Ma alle 8 del mattino, il galeotto ripigliava la sua catena — e via!


Regina aveva conosciuto Sergio nei libri scritti da lui, e nel mondo. Ella aveva per conseguenza conosciuto la maschera — direi meglio l’attore — Ed erasi invaghita di lui come un’educanda — avvegnachè la fosse di già bene sveglia e bene allerta. Ella aveva rinvenuto il medesimo essere durante i due mesi di peregrinazione passati insieme. Imperciocchè lì, Sergio erasi completamente obliato, aveva messo la sordina all’ebbolizioni del suo cervello; aveva rilegato ben lontano l’esigenze di Parigi, ed aveva vissuto del cuore. Adesso, egli aveva ripreso il suo giogo... E Regina nol riconosceva più.

— Me l’ànno cangiato — ella dicevasi — o egli m’à stranamente mistificata.

Ella pertanto non querelavasi. Però, un lievito di amarezza cominciava a germogliare nella sua anima. Non rimpiangeva nulla ancora, ma rifletteva.

A che rifletteva dessa?

L’ora giunse.

Le feste cominciarono.

Durante il suo soggiorno col dottore, Regina aveva frequentato i balli dei ministri, degli ambasciatori, del Faubourg Saint-Germain.

Il medico è un elemento neutro nella società. Egli è al suo posto dovunque, nel soffitto come alla Corte; egli à il suo libero parlare, il suo libero procedere; egli è re — egli ordina; egli è padre — e’ consiglia. Nipote del dottore di Nubo, Regina andava ove il dottore voleva condurla; nipote del conte di Nubo — uno dei nomi più aristocratici in Italia — ella era al suo posto dovunque.

Non era la medesima cosa per la signora Sergio di Linsac — quantunque contessa.

Regina trovavasi identificata alla condizione di suo marito. Il suo posto era disegnato conseguentemente in quel