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VII.

Su per le nuvole.

Mentre cospiravasi a Parigi contro la felicità dei due fidanzati, essi correvano gaiamente la strada per l’Inghilterra.

Quando Lisa faceva le viste di dormire, ovvero cacciava il capo fuori degli sportelli della carrozza, le bocche dei due innamorati si rapprossimavano, si toccavano, si azzeccavano l’una all’altra, si assorbivano, e l’uno aspirava dall’altra un bacio lungo, melodioso, penetrante, luminoso come l’aurora che levasi, profumato di paradiso. Essi avevano tante cose a dirsi, che restavano in silenzio! Le cataratte della parola erano anguste: il troppo pieno traboccava dagli occhi in uno sguardo, dalla bocca in un bacio.

Essi divoravano la via, perchè la presenza di Lisa li incomodava, ma non potevano sbrigarsene con convenienza, prima che non si fossero sposati.

A Boulogne presero il paquebot. A Folkstone, la posta di nuovo... E non si fermarono più che alla frontiera della Scozia, a Gretna-Green, per celebrarvi il matrimonio provvisorio — cui dovevan poscia far sanzionare, alla privata, a Parigi, nella chiesa della Trinità.

Quegli sponsali scozzesi erano un pretesto per un lungo e delizioso vaneggiamento — cui addimandarono la luna di mele dell’amore.

L’albergatore della locanda di Gretna-Green li congiunse. Egli diede loro, alla benedizione, un estratto del registro ove egli iscrisse il compimento delle formalità delle nozze — estratto firmato da lui e da quattro testimoni, per eccesso di precauzione.

Quest’atto compiuto, rimandarono Lisa ad aspettarli a Parigi, e si misero in viaggio.

Ecco innanzi tutto il certificato: «Regno di Scozia. Contea di Dumfries, parrocchia di Gretna. Le presenti sono per certificare a tutti coloro che le vedranno, come