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Maria entrò.
Batteva il tocco.
— Signor duca, madama non à ancora suonato. Giammai ella è restata a letto a quest’ora.
— Entrate in camera.
— La porta è chiusa per di dentro.
— Bussate.
— Ò bussato. Madama non à risposto.
— Andate a bussar di nuovo, più forte e più forte.
— Io temo di qualche disgrazia.
— Voi temete sempre, voi. Ella si è addormentata tardi, leggendo qualche romanzo... e dorme ancora. Ecco tutto.
Alle due, gli è il duca egli stesso che si allarma e forza la porta della camera di sua moglie.
La porta cede.
Egli entra: entra il primo; apre il balcone... e rincula — gittando un grido che fece accorrere i domestici.
Maria rinchiude la porta.
La cameriera à più pudore del padrone, del marito!
Vitaliana ed Adriano erano morti, bocca a bocca, nelle braccia l’uno dell’altra.
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Qualche giorno di poi si chiacchierava nei saloni di Parigi. L’uno diceva:
— Non sapete dunque? La duchessa di Balbek e suo cugino, il conte di Alleux, si sono asfissiati con dei fiori, per disperazione di amore.
— Disperazione!... con dei fiori!
— Alla lettera.
— Ed il duca?
— À lasciato Parigi. Lo àn trascinato nel suo paese. Si è dovuto stentar molto per impedirgli di uccidersi.
— Che disgrazia! — sclamò la contessina di Muys. Il signor di Alleux mi aveva invitata pel primo walzer, al ballo dell’ambasciata di Prussia, lunedì prossimo!
E ciò fu tutto.
Adriano e Vitaliana si erano suicidati!!
FINE