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principe, i documenti che chiedete. Ma bisogna che io li trovi io stessa — e vi sono tanti cartoni e filze nella cancelleria e nel gabinetto del duca...

— Madama, delle carte come quelle lì non si lasciano esposte nella segreteria e neppure nel gabinetto. Quelle carte sono personali del duca. Esse non possono dunque rinvenirsi che fra le sue carte particolari. Rovistate là dove egli conserva ciò che à di più caro e prezioso. Io fo voto che sia tempo ancora onde risparmiare un disastro ad una nazione, il vitupero ad una donna, la degradazione ad una regina, e l’infamia alla vostra famiglia, duchessa. Ve l’ò detto: documenti per documenti. Potrò allora scrivere all’imperatore: ò barattato questo per quelle... e mi farò perdonare.

— Comincerò le ricerche oggi stesso, principe, e spero che Dio avrà pietà di me. Che ò fatto io per essere messa a queste prove! — gridò Vitaliana, mentre le lagrime nuotavanle negli occhi.

— Addio, duchessa — disse Lavandall, alzandosi. — Io sono ai vostri ordini.


La coppa travasava.

Vitaliana restò un’ora immersa nell’annientamento. Un sospetto aveva sfiorato il suo spirito sulle intenzioni del principe di Lavandall. Ma ella aveva creduto tutto ciò che colui aveva detto contro suo marito.

Si crede anche l’impossibile, anche l’assurdo delle persone che si amano, disprezzano od odiano.

Da tutto quel riflettere pertanto risultava questo: carte per carte! Ora, quelle carte salvavano l’onore di due fanciulli. La madre poteva essere colpevole; il padre poteva essere infame. Dove era la colpa del figliuolo di Bianca e del suo proprio figliuolo? Figlio di un ladro! Oh! una madre metterebbe il fuoco al paradiso per cancellar questa vergogna, impedirla.

Dimandò a vestirsi.

Due ore dopo, il suo lacchè suonava alla porta del conte di Alleux.

Adriano sapeva di già tutto.

Maria lo teneva al corrente, da un anno in qua, di tutto ciò che concerneva la sua padrona.