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ed il principe di Storkine venivano a prendere da lui commiato, partendo entrambi il dì seguente per le Russie.

— Non potreste voi, signori, aspettare ancora un quarto d’ora? Avrei una piccola commissione a darvi per madama di Nesselrode. Ma bisogna che io comunichi innanzi tutto a milord Westmoreland ed al signor conte di Tonningen un dispaccio che mi àn rimesso or ora, dalla parte di M. Guizot. Come voi lo troverete probabilmente pure in rientrando, mi sollecito a comunicarvelo qui.

— Sì, sì — dissero i due ambasciadori.

— Son desolato, signor duca e signor dottore, d’interrompere la vostra partita per cinque minuti. Ma, se voi il permettete, signori, spero che M. di Kormoff ed il signor principe di Storkine vorranno farmi il piacere di tener le carte per cinque minuti.

— Io prego anzi uno di quei signori di occupare il mio posto definitivamente — disse lord Westmoreland. Io mi ritiro, dopo.

— Ed io pure — soggiunse il conte prussiano. E sarei grato a quegli di quei signori che vorrà rimpiazzarmi.

— Con piacere — risposero i due signori russi.

I tre diplomatici uscirono.

— Solo — continuò il conte Kormoff con un certo imbarazzo — io sono un detestabile giuocatore di whist, ed imporrò una rude pazienza al mio partener.

— Ma, in questo caso — osservò il dottore — noi potremmo giuocare il giuoco che vi piacerà più, signori. Non siamo già condannati al whist forzato, che io sappia. Che ne dite voi, signor duca?

— Sono agli ordini del signor conte di Kormoff e del suo amico.

— Il principe di Storkine — fece il conte, presentando il suo compatriotta.

Si salutarono e si assidero.

— Giuochiamo allora un giuoco che anche le donne ed i fanciulli conoscono e non disdegnano: il baccarat. La proposizione vi disgrada, signori? — proseguì il dottore sorridendo.

— Niente affatto — risposero i tre altri signori, sorridendo del pari.

Il dottore allungò la mano ad una tavola e vi prese