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supponete che io mi sia una fata che potessi sbrogliarvi: quale sarebbe la maschera che voi preferireste fra questi cascantelli che ci circondano?
— Vorrei potar dire: quella che voi scegliereste, madama! Ma, come la vostra scelta è fatta, io vi do il campione del mio desio. Gli è quel giovanotto femminino e pensieroso, che vi contemplava di sotto quell’arco di porta incontro a noi.
— Come! quella fanciulla mancata, che à dei mustacchelli a crocco? Ve lo accordo, milord. Gli è il conte di Alleux, mio cugino... e non vi felicito del vostro gusto.
— Perchè mo’, madama?
— Perchè se un uomo, per isventura, è destinato ad essere... come dire ciò?
— Ad essere un aborto, per esempio.
— Milord, voi siete troppo duro per voi stesso.
— Continuate, madama.
— Ebbene, allora val meglio essere un aborto maschio che femmina.
In quel momento, Adriano, vedendosi sotto lo sguardo di sua cugina e del suo cavaliere, si avvicinò per salutare Vitaliana. Questa fece un leggiero saluto con molta gravità, senza rispondere; ma le labbra di lei tremarono come sotto il brivido di un bacio invisibile.
Lord Warland l’osservava, e disse:
— Non importa, madama, io preferisco l’aborto femminile che voi disdegnate.
— Davvero, milord, voi siete poco ambizioso — rispose Vitaliana sollecitamente, volgendo le spalle a suo cugino, che s’allontanò lento lento, senza aggiungere sillaba.
Il waltzer ricominciò. Lord Warland e Vitaliana scomparvero nel turbine.
— Il waltzer fa comprendere ciò che è la donna — disse milord: esso fa della vertigine un piacere di dei.
— Anche quando quella donna pesa una tonnellata e mezzo, come madamigella di Paray, che balla con mio cugino? Quel povero Adriano respira come una foca.
— Siete voi ben sicura che egli ansi, madama? Io credo ch’egli nasconda un sospiro sotto un anelito — ciò che arriva sempre quando si valsa all’intenzione di un’altra.
Vitaliana non rispose. Si rimisero a valsare.