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«Venerdì. — Un cashmire di 6000 fr., che io ò scelto al Persan. Entriamo nella regione del credito, m’immagino. Si fa mandare le note all’ambasciata, e compera a nome di sua moglie. Sera e notte di soprassalti. Mi à servito dei calembours, perlati di lagrime! Il delirio dei suoi abbracci è convulsivo. Che agonia — sopra un motivo di valzer!

«M.»


«Domenica. — Primo rifiuto. Avevo domandato une rivière. Ò tenuto il broncio fino all’una del mattino. Disperazione lacerante. Ò avuto pietà, all’alba. Egli è pazzo.

«M.»


«Giovedì. — Ò la rivière di diamanti. L’è forse l’ultima goccia di sangue del suo cuore. Cangiate di carnefice. Positivamente, io non terrei più. Egli non à più un gioiello sopra di lui. Io fiuto la miseria. La sua anima è una ruina, un precipizio. Che à dunque egli fatto che lo soffochiate con questa catena di serpenti a sonaglio — cullandolo fra le carezze?

«M.»


«Domenica. — Altro rifiuto. Avevo domandato una casa di campagna, che è a vendere nel parco di Madrid. Aveva l’agonia nella voce; Gesù dimandava da bere. Ò tenuto sodo nel mio broncio. È partito alle 8 del mattino. La sua calma mi à spaventato. L’ò richiamato e baciato. Una lagrima è caduta sulle mie guance. È la prima volta che lo mi lasci vedere. La miseria è estrema. Date il colpo di grazia, o io metto giù le armi. Io mi credeva altra. Ahimè! ò il vizio spavaldo.

«M.»


«Martedì. — Un terzo rifiuto. Finiamola. Ieri sera, egli non aveva che cinque franchi nella borsa. Partì alle dieci per rendersi al club, e non è ritornato nella notte. Non ride più; non parla più. Si tuffa nel mio amore come se si inabissasse nel fondo del mare per perirvi. Clarence, annegato in una botte di malvagìa! Finiamola! Finiamola! Voglio uccidere, ma non leccare il sangue dell’assassinio.

«M.»