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— Eh! giuochiamo il whist al club con fortuna — ciò che ci permette di azzittire le voci le più stridenti. Ma la fortuna si stanca talvolta: e questa mattina avevamo per tutto tesoro al palazzo 13 franchi e 45 centesimi. E su codesto gli è arrivato un vaso di fiori per madama la duchessa, che costava 97 franchi! È stato d’uopo che Maria, la cameriera, rovistasse nei peduli delle sue calze per pagare.

— La cameriera?

— Sissignora! Io non so come ciò avvenga, ma quella ragazza à sempre dei quattrini, quando trattasi di pagare qualche cosa per madama. Non pertanto, l’è una ragazza savia — eccetto che va ogni domenica a messa, ove resta talvolta tre o quattro ore. Io non conosco di pievano così lungo in la bisogna.

— Alla messa! alla messa? — obbiettò madama Thibault. E la duchessa?

— La duchessa? Vedete! il nostro hôtel è una strana residenza, in fede mia! Mentre che in un appartamento gli aquiloni infuriano e fischiano, in un altro il sole e l’azzurro non si velano giammai di nuvole. Appo il duca, l’ansietà terribile dell’uomo alle prese con i bisogni, con i creditori, con le passioni; dell’uomo obbligato a mentire ad ogni istante per non pagare i debiti; che si ruina, che si disonora, che subisce tutto le torture, tutti gli affronti dal mercante — balbuziando ogni specie di scusa; che nasconde la lepre della sua anima sotto i suoi crachats; che si vede eternamente innanzi lo spettro della giustizia — la quale l’obbliga a pagare — e di bisogni infiniti, i quali l’obbligano a contrattar nuovi debiti. Appo la duchessa, tutto è serenità e candore. Ella ignora tutto ciò che à luogo in casa sua. Non si avvede di nulla — neppure che, da due mesi, ella non à visto suo marito tre volte!

— Il duca non l’ama dunque?

— Ecco ciò che io non sono giunto ancora a sbrogliare. Quando gli affari di Stato mi daranno un po’ di tregua, intraprenderò questo subietto. Ma come volete che io mi prodighi adesso ad interrogarlo su queste minuzie, quando io ò il tempo appena di estorquergli i tradimenti di quel botolo di Metternich, i segreti di quel mastro di astuzie