Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/284

stino della Borsa, scolpendo il nodo della sua cravatta. Ah! se egli mi ascoltasse, come io lo ascolto, e calpestasse le mie pedate! Io ò guadagnato trentadue mila franchi. Egli à cento cinquanta mila franchi di debito.

— Tu esageri.

— Madama, voi ignorate l’ottica dell’anticamera. Sappiate, che si addiziona nell’anticamera, mentre si moltiplica o si sottrae nella camera da letto. Noi abbiamo dunque decomposto il duca in cifre, ed abbiamo ottenuto i resultati seguenti. Al signor Claret, il maestro di casa, 80,000 franchi — per due mesi e mezzo di spese che egli à avanzate; a diversi fornitori del signore e della signora — per fatture non pagate — 10000 franchi. Ora io, io aggiungo — dallo estratto delle carte del duca che ò percorse: 40,000 franchi, al dottore di Nubo — per danari prestati; 30,000 franchi gioielli di madama, messi al Monte di Pietà; 10,000 franchi, dovuti a gioiellieri — per gioie somministrate, e che non son mica venute al palazzo dell’ambasciata; 25,000 franchi, reclamati con un viglietto compitissimo da M. De Lionne, agente di cambio — per non so quale operazione... ed altre somme dovute qua e là. Eh! snocciolate la coronella e conchiudete con un gloria patri.

— Il duca deve dunque tutte codeste somme?

— Egli deve tutte quelle somme; che perciò? Il debito, madama, è la considerazione dell’uomo. Un uomo senza debiti, è un Dio senza altare: chi crede in lui? E quindi, bisogna vedere le udienze che noi diamo ogni mattino! Un mercante porta desso la sua nota? M. Claret lo chiama un bottegaro, e minaccia di pagarlo e ritirargli le somministrazioni. Un sarto viene a reclamare il suo avere? Io gli ordino una mezza dozzina di brache e due o tre soprabiti, per farlo aspettare. L’orefice manda il suo conto? Il duca lo sferza della sua migliore prosa, e dimanda un monile, un braccialetto, un anello — ciò che ispira confidenza al negoziante. Bisogna vederli, eh! Quei segugi — che dan la caccia ad un piccolo debitore fino alla morgue, fino alla fossa nel cimitero — restano come allocchiti alla porta dell’ambasciata. Ma, c’est egal! noi passiamo dei terribili quarti d’ora.

— Come a dire?