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— Che voi non ne dimandiate che uno, di codesti atti.

— Ah!

— Va bene. L’avrete ad ogni modo domani. Perchè il sindaco firma sempre senza leggere, quando non firma in bianco nei suoi momenti d’ozio. Ma è mestieri far visitar l’atto dal sotto-intendente, onde legalizzare la firma del sindaco, ciò che io farò pure; poi dall’intendente, onde legalizzare la firma del sotto-intendente; infine dal ministro dell’interno a Napoli per legalizzare quella dell’intendente; e se voi dovete far uso di quest’atto all’estero, perchè desso sia autentico, bisogna farla vistare altresì dal ministro degli affari stranieri e dall’ambasciatore.

— Ciò mi riguarda — disse il dottore, dandogli congedo.

A mezzodì, il dì seguente, il dottor Gennaro conte di Nubo entrava nel coupé di posta, azzavorrato della sua nipote Regina Bello, munito dell’atto di nascita di lei legalmente falsato.


IV.

La gitanella.

La gitanella è oggimai Regina Bello, figliuola di un proprietario di Nicastro e dell’ultima erede della famiglia gli Atripalda di Nubo — nipote quindi del dottore Gennaro conte di Nubo.

Conte e non principe di Nubo, non avendo giammai voluto prendere questo titolo — tanto sacro era il culto ch’e’ conservava alla memoria di suo padre, morto sul palco, per causa politica, nel 1799, a Napoli.

Il dottore sapeva, da sorgente autentica, che Maria Lucrezia Paolina di Nubo era morta presso la sua nutrice, nel 1807. Ma gli era utile ai suoi disegni di accreditare la leggenda, che questa fanciulla era restata nascosta, che aveva in seguito sposato un uomo oscuro, e che il governo