Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/245

più per 150 o 200. Perchè? Perchè io lo conosco, e perchè egli sa non esser io che un piccolo funzionario in casa di una dama la quale à un bazar dove à luogo qualcosa che si chiama: una sauterie, un pranzo in piccolo comitato, un raout, un ballo, infine, per i grandi colpi, come nell’occasione attuale. Benissimo. Mettete ora che, invece di essermi un così piccolo sere, io mi appartenga alla diplomazia. L’orizzonte si allarga di cinquecento leghe. Io giuoco ciò che voglio. Non mi si dimanderà neppure la copertura. Debbo io confessarlo? Si crederà che io giuochi per conto del padrone. Ciò si è visto. Ad ogni modo, si crederà che io metta a partito i secreti del padrone. Infatti, ci vuol proprio del genio, eh! per dire, senza posarvi su, annodando la cravatta od ungendo di pomata il ciuffo del signor duca: To’! la Borsa à bassato ieri; essa basserà ancora oggi, scommetto! — Tu credi, imbecille? — risponde il duca. — L’è fatta. Giuoco al rialzo.

— L’è curioso davvero ciò che voi dite mo’, zio Pradau! Io non ci aveva giammai pensato.

— Credete voi, M. Claret, che gli uomini di genio s’incontrino così per le vie come i poliziotti, eh? Ebbene, quando io ò estorto una parola, quando io ò annasato un tantino nei dispacci, e colto una frase alle porte, io vi dico: M. Claret, oggi vi sarà rialzo. Io rischio cinquantamila franchi; volete rischiarne dieci, voi — voi che siete padre di famiglia? Noi giuochiamo, e la pecunia viene.

— O se ne va.

— Qualche volta. Ma noi paghiamo. Ciò allecca il mio amico agente di cambio. Io piagnucolo presso il duca, a proposito della perdita che ò subita. Egli s’intenerisce, mi regala del triplo imbecille, e si lascia sfuggire un motto che sembra senza conseguenza. Io l’acciuffo a volo. Giuoco questa volta cento mila franchi, voi trenta mila. La messa è finita. Viva il duca!

— Babbo Pradau, voi avete la mia stima!

— Voglio il posto, M. Claret, la vostra confidenza e la vostra amicizia: ecco tutto. Mi avete voi capito? Io non ò secreti per voi. Voi avete delle ragazze a maritare o a mettere al Conservatorio, e dei biricchini a ficcar nel collegio. Noi siamo cristiani al postutto, che diavolo! Ebbene, si va più spiccio della sorte che con i rosicchi sui conti