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un ladro possono giungere. Le ricerche sono state infruttuose. Al palazzo dell’ambasciata non vi è nulla. Ora, come non è probabile che quelle carte fossero state distrutte; come il duca di Balbek non è un sere a disfarsene per nulla; come non le gli si strapperanno che dopo una resistenza disperata... la partita cui impegniamo diventa terribile. Nondimeno, dovessimo noi mettere il fuoco ai quattro cantoni di Parigi, quelle carte mi occorrono. Bisogna che io le depositi nella cancelleria russa a Pietroburgo, dove tutta la diplomazia straniera potrà consultarne e verificarne l’autenticità, prima che io dia la battaglia suprema a mio fratello ed al successore cui à fabbricato per frustrarmi del trono. Cosa pensate voi fare, principe?

— Altezza, non ne so ancora nulla.

— Io parto per l’Inghilterra. Se avrò del danaro, ve ne manderò.

— Ve ne sarà forse bisogno. Noi abbiamo a fare con un nemico formidabile — il duca di Balbek, soppannato da un compare terribile, il dottore di Nubo. La battaglia cui andiamo a presentare a quelle volpi-tigri sarà rude. Piaccia a Dio che, se vi debba esser del sangue, non vi siano almeno delitti.

— Principe — disse il sire di Tebe levandosi — sangue e delitto sono parole che non ànno un significato assoluto, e non ispaventano che gli spiriti piccoli e le coscienze di già punticce. Il delitto e l’assassinio, alla fin fine, non ricadono su coloro che se ne macchiano, ma su coloro che li provocano. La giustizia umana borbotta come barbogia.

— E strangola come brigante, Altezza — in Francia almeno, dove si è inventata quell’assurda infamia che addimandasi eguaglianza. Ma noi non ne siamo ancora lì. Noi vaneggiamo, in lontananza, dei grandi drammi e delle grandi peripezie, per arrivar forse ad una soluzione che può esser delle più semplici. Lasciatemi dapprima ispezionare il campo di battaglia e scandagliare le forze del nemico. Poi, farsa o tragedia, ci si troverà pronti a tutto.

— Punto di scrupoli, principe! Con galeotti, gallonati o coronati, tutto è permesso. L’infamia è una necessità, e talvolta un dovere.

Il principe di Tebe uscì. Il suo aspetto era addivenuto orrido pronunziando le ultime parole.