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sulla fronte, senza turbare il suo silenzio. Infine, il principe si raddrizzò bruscamente, e, prendendo il braccio del fratello, sclamò:

— Io non voglio involare alla provvidenza l’ufficio di fare dei miseri. Maud sorprese il mio segreto... e tu l’ài vista piangere. Tu pure, sarai tu un giorno testimone della mia miseria, ed il dolore entrerà nel tuo cuore. Non anticipiamo nulla. Il cordoglio arriva sempre troppo presto.

E dicendo ciò, e’ tornò di un passo frettoloso nel suo appartamento, e vi si rinchiuse fino all’ora del pranzo.

A tavola si vide l’uomo consueto, calmo, composto, elegante... La procella era passata, non lasciando altro guasto che quelli cui essa aggiungeva ogni dì nel cuore più che nel corpo dello sventurato.

Alessandro però era stato profondamente colpito da quelle mezzè rivelazioni della giornata. Egli dava la caccia alle supposizioni le più stravaganti, ma sempre lontane dal vero.

E’ non si abbassò ad interrogare Ivan.

E’ rinunziò a comprendere suo fratello.

Egl’intraprese ad osservare sua cognata.

Alcuno non nasconde un segreto come una donna. Però, se il suo cuore vi è implicato, ella à inevitabilmente dei momenti di abbandono in cui si tradisce.


Se il giovane conte fosse stato un acuto psicologo, le sue osservazioni avrebbero presto messo capo ad un risultato. Ma il conte Alessandro non aveva persistenza nella sua analisi. Imperciocchè egli cominciava sempre per mettere innanzi il cervello, e lo trovava poi sempre distanzato dal cuore.

Lo studio di Maud era, gli è vero, fascinante. Ma forse, pure il conte Alessandro non fece nulla per scongiurar la magia.

Nell’esploramento di questa miniera misteriosa di un’anima, e’ non rivenne che diamanti: la purezza, l’ingenuità, il candore, l’affezione, la divozione, la pietà, la tenerezza.... Maud cantava tutta la solfa della virtù per quel filosofo di venticinque anni, il più bel giovane dell’impero russo — «dopo l’imperatore» soggiungevano i cortigiani.