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sorridendole con bontà. Ella non aveva coscienza di ciò che faceva. Ma pensava che il personaggio, il qual le era stato raccomandato di sì alto, e che pareva sì colmo di dignità e di distinzione, non poteva pigliarla a complice di una cattiva azione. Si prestava quindi adesso con non troppa repugnanza ai desiderii dello straniero. Poi una luce le traversò per la mente:

— Vorrebb’egli riparare un torto? — si dimandò ella interiormente. È troppo giovane, pertanto! Lo si sarebbe incaricato... Di che?

Maud la seguiva, niente affatto sorpresa dell’immenso favore di famigliarità cui la direttrice le mostrava. Sembrava così rassegnata, che la si sarebbe creduta indifferente. Non sperava ella adunque più nulla su questa terra, dove si spera sempre? Ovvero aveva dessa una confidenza più illimitata che altrui nell’avvenire?

Chi lo sa?

Una serenità completa regnava sul suo sembiante.

I suoi occhi non esprimevano alcun desìo — se tuttavia non n’era uno quel lungo sguardo di cui seguire una rondine, sì alto nel cielo, che la si sarebbe detta perduta nello spazio.

— Così che dunque, figliuola mia — diceva mistress Grown, continuando la conversazione — voi non avete alcuna preferenza per un mestiere anzi che per un altro?

— Dio mio, madama — rispose Maud — io so che debbo il mio tempo ed il mio lavoro a colui che mi dà del pane. Ch’egli ne usi allora come vorrà.

— Pertanto vi sono lavori più o meno duri, più o meno servili — soggiunse la direttrice. Noi abbiamo attitudini diverse, vocazioni... Ne avete voi una, figliuola mia?

— A che pro averne una, madama, se io non sono al caso di scegliere? Quando non si à neppure ciò che conforta i più piccoli uccelli del cielo, i più piccoli insetti dei campi: una madre! sarebbe mai lecito avere altri desiderii, madama?

— Chi sa, piccina mia — sclamò mistress Grown, volgendo gli occhi verso il traliccio di liane. Non sareste voi la prima creatura abbandonata che avrebbe trovato di un tratto una famiglia e l’opulenza.

— Sì madama — replicò Maud — ma Dio è troppo in