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questo pugno di coscritti doveva far fronte a 13,000 Austriaci e 50,000 Russi, e impedir loro d’entrare in Transilvania. Quest’impresa prendeva le proporzioni d’un miracolo; la storia si tagliava le ciarpe della leggenda. Ma in guerra i grossi battaglioni finiscono sempre col divorare i piccoli. I Russi, venendo dalla Valacchia e dalla Bucovina, presentandosi a tutte le entrate in una volta, avevano finito col forzarle sotto la pressione delle loro possenti colonne. Essi penetravano nella Transilvania da sei passi.

Io incontrai Bem il 10 luglio, di mattina, al momento che i Russi l’attaccavano, presso Besztercze. Egli non volle ripiegarsi, e subimmo un grosso scacco. Sei giorni dopo, a Szered-falva, fummo nuovamente battuti. Bem aveva subito già due altre disfatte presso Teke, malgrado i prodigi che seppe fare con poche centinaia d’uomini, circondati dai Cosacchi, come il mare circonda un’isola. Nondimeno corremmo nel paese siculo a dar battaglia a Clam-Gallas. Vincemmo due giorni di seguito, il 21 e 22 luglio, poi con 2,500 uomini entrammo in Valacchia per fare una diversione ai Russi. I Moldo-Valacchi non risposero alla nostra chiamata, quantunque l’avessero promesso, e ritornammo sui nostri passi.

Nell’andare, avevamo molto maltrattato i Russi che volevano tagliarci la strada. Al ritorno, Lüders accampava già in Segesvar, quando Bem venne, poco lungi dalla città, a dargli battaglia. Ai primi colpi di cannone, egli fu ferito e rovesciato in un fosso. Non potendo più stare a cavallo a causa della sua prima ferita, Bem comandava correndo in una piccola vettura tirata da due focosi inkers