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la cintura, la collana e la sciabola tempestate di turchesi, di rubini, di perle e di granate orientali. Questo costume teatrale, quello che portavano alla Corte, dava uno scintillamento abbagliante all’assemblea, ed aumentava la solennità. La sala era troppo piccola; la folla, che vi soffocava, si portò al tempio riformato, e fece proporre alla Dieta, da uno dei suoi membri, di trasferirvi per quel giorno la sede delle deliberazioni. L’Assemblea si condusse immediatamente alla chiesa protestante, ed occupò il posto ai piedi e dirimpetto al pergamo, lasciando al pubblico il resto della chiesa e le gallerie. Paolo Almasy, presidente della seconda Camera, e Perenyi, presidente della Tavola dei magnati, si stabilirono alla presidenza: Kossuth ascese alla tribuna. Il silenzio era perfetto. Alla vista di Kossuth, un fremito scosse la folla come scintilla elettrica, ed un evviva immenso e prolungato risuonò sotto la volta. La Dieta, magnati e deputati, fece eco. Fu un abbarbagliante sfolgorío di berretti piumati agitati nell’aria, uno strepito di sciabole risuonanti rumorosamente. Lo spettacolo divenne sublime.

Pochi uomini hanno avuto la fortuna di Kossuth. Come Washington, egli fu l’anima, la fede di un gran popolo, e si mostrò degno della sua parte. Kossuth è una delle più belle espressioni del tipo magiaro, L’occhio ceruleo, ardito, fiero, la testa alta, il contegno nobile, il portamento altiero; egli domina col suo gesto, impone il rispetto con ogni movimento, seduce col prestigio della voce. Questo Alcibiade ha l’accento, l’audacia, la poesia, l’elettricità della parola di Mirabeau e di Burke, l’elevatezza d’idee di Chatham e di Fox. La serenità del