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giornarlo a sei mesi. Se a quest’epoca la mia profezia....

— Basta così. Andate ad attendere gli ordini del ministro della guerra, e tenetevi pronto per partire nella notte.

Kossuth cadde in una profonda meditazione. Io uscii lentamente.

Tre ore dopo, io partiva per la Transilvania, come aiutante di campo del generale Bem.

Non ebbi il coraggio di andar a vedere Amelia. Le scrissi.

Il proclama di Görgey, datato da Vaez il 6 gennaio, venne a provare a Kossuth che io aveva giudicato rettamente il carattere di quel generale. Görgey si ribellava contro l’autorità della Dieta.


V.


Io intanto correva la puszta.

Avevo traversato quel paese altra volta, con la morte nel cuore e la disperazione negli occhi, andando incontro all’ignoto, con un sole malinconico e smorto. La traversavo adesso, coll’amore nell’anima, colla speranza che cantava nei miei sogni, in cerca di gloria. Sotto il cielo basso, fosco, carico di neve che cadeva a larghi fiocchi e che talvolta si polverizzava sotto l’impeto d’un vento turbinoso, oh come io ricordava che tutto, quattro anni prima, era morto! Il contadino era servo, il signore soggetto. L’Austria era qualcosa di tenebroso, di misterioso, lontana, ma sacra ed inviolabile, le ciglia corrucciate e cariche di