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Perczel subì una disfatta a Moor, che si sarebbe potuta cangiar in vittoria, se Görgey fosse accorso in suo aiuto. Egli non volle.

Il 1.° gennaio, la Dieta abbandonò la capitale, e trasferì la sede del Governo a Debreczin, dietro la Tisza, in mezzo ad un’immensa pianura, ove i villaggi, completamente magiari, sono molto disseminati. L’8 gennaio a mezzogiorno, la retroguadia ungherese sgombrava anche Buda-Pesth. Alcune ore dopo, l’esercito austriaco entrò nella città, e la bandiera giallo-nera prese il posto dei tre colori nazionali, bianco, rosso e verde come quelli dell’Italia.

Presentandogli il dispaccio, vidi per la prima volta Kossuth. Questo abboccamento durò un istante, ma fu caratteristico. Amelia gli aveva parlato di me, come una donna entusiasta parla di un bel giovane che ama, e Kossuth aveva bevuto il mio elogio nella di lei parola risplendente come una strofa di Vittor Hugo, sgorgando dalle labbra della più bella fra le Ungheresi. Gli domandai di lasciare Görgey, e di essere inviato come aiutante, o perfino come semplice soldato, al generale Bem, che operava in Transilvania.

— Perchè ciò?

— Perchè con Bem il soldato si batte, e con Görgey si ritira; perchè Bem è un patriota fedele oggi, fedele sempre, e Görgey mormora oggi, e tradirà domani.

Kossuth assunse un’aria severa, e si torse i mustacchi. Poi disse:

— Voi meritate di esser punito per parlare così del vostro capo.

— Accetto il castigo. Soltanto vi prego di ag-