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Pomerania è slava, la Posnania è Polonia, la Boemia è appostata ai suoi fianchi come una fortezza.

La Polonia non può quindi aspettare soccorso da alcuna delle potenze occidentali.

L’Europa non avrebbe che due mezzi per metter sosta alle invasioni della Russia, e perciò all’inghiottimento della Polonia: quello di una coalizione, direi quasi, una crociata, per riedificare la Polonia, una Svezia, una Turchia istoriche; quello di combattere piedi a piedi, con la diplomazia, l’influenza russa dovunque la tenti stabilirsi, dovunque la crei una forza, dovunque la prepari un pericolo. Napoleone I, Napoleone III e l’Inghilterra riuniti, hanno sperimentato l’inutilità, l’impotenza, i danni delle alleanze e della guerra. L’azione dei gabinetti europei non è riescita nell’opera di contenere la Russia nel circolo che il congresso di Vienna e quello di Parigi le avevano tracciato.

Si limita lo sviluppo degli Stati, quando questo sviluppo è fittizio come quello dell’Austria; non si può, tutto al più, che rallentarlo, quando questo sviluppo è naturale, come quello della Russia, della Germania, della Italia — ancora incomplete. La coalizione per la guerra dunque e l’assicurazione mutua degli Stati per la diplomazia non raffreneranno il progresso della Russia, e non verranno per conseguenza in aiuto della ricostruzione della Polonia.

L’unica probabilità di autonomia per questa nazione sarebbe una confederazione provocata dalla Russia essa stessa, sotto la sua supremazia. Ma anche in questa eventualità insperata la Russia non affrancherebbe la Polonia; perocchè rompere i ceppi della Polonia e’ sarebbe mettere in piedi una rivale.