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per la ricostruzione della Polonia. Essa ha troppo a perdere — essa che fu e che, fino ad un certo punto, è ancora la violazione flagrante delle nazionalità; essa il cui impero numera ventidue milioni di slavi; essa che al primo dì dell’esistenza nazionale polacca avrebbe a vedersi estirpar la Gallizia. In caso di guerra tra la Russia e l’Austria, questa potrà fomentare l’insurrezione polacca, ma i soccorsi che le darebbe sariano troppo esili per contarli come elementi di successo. Ed ancora, e’ non bisogna perder di vista che i governi sono tutti naturalmente conservatori e che, anche spinti alla disperazione, essi non si legano alla rivoluzione che per moderarla da prima, profittarne e tradirla in ultimo.

La Polonia può dessa sperare la sua liberazione dalla Germania, anche nel caso di un conflitto rinnovellato tra la Germania e la Francia, in cui la Russia stesse a lato di quest’ultima? E’ sarebbe forse nell’interesse della Germania di trovare una nazione libera, indipendente, guerriera, interposta tra lei e la Russia, la cui vicinanza è un incubo doloroso. Ma l’Alemagna costituita nella sua unità, soddisfatta nelle sue aspirazioni, rassicurata nei suoi interessi, sicura nell’avvenire, non è una nazione da incoraggiare o da alimentare avventure. Minacciata d’altronde all’occidente dalla Francia, il cui rancore è inestinguibile, l’Alemagna eviterà tutte le occasioni di spiacere alla Russia, che le ha resi di così grandi servigi nell’ultima guerra, ne coltiverà l’alleanza preziosa, ne paventerà il contraccolpo fulminante. Imperciocchè egli è mestieri non obbliarlo, che la