Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/288

dire, il principio elettivo dei popoli primitivi sfuggiti alle strette di Roma. Essi avevano la stessa legge del suolo e dei costumi; e quindi una vicissitudine tempestosa di principati locali e passaggeri.

La Boemia, cittadella dell’indipendenza slava, legata agli slavi per la razza ed ai Germani per gl’interessi, sempre irresoluta in fra i due, attaccata dagli uni quando la si collegava agli altri, non seppe padroneggiare la situazione e profittare della sua civiltà brillante e precoce. Sotto Ottocaro III, la Boemia rifiutò l’Impero e lo fece passare nella casa d’Austria. Sotto Carlo IV, al momento di divenire il centro della potenza imperiale, ripugnando, a causa della sua natura slava, da tutte le combinazioni artificiali, la Boemia ricadde nell’irresolutezza e divenne la preda dell’inflessibile ascendente austriaco.

Una sorte eguale, per le medesime cause, toccò all’Ungheria. Centro, sotto Attila, della dominazione delle razze asiatiche, essa fu sempre un punto di attrazione per questi popoli. I maggyari, slavi, ma della famiglia semi-asiatica delle razze dell’Ural e della Volga, dominarono la razza slava indigena. Poscia, organizzati a casta conquistatrice e guerriera, respinsero le invasioni asiatiche. Essi avrebbero potuto dirigere, in luogo della Russia, lo slavismo dell’impero orientale; ma il cattolicismo che avevano abbracciato, li tenne a parte e li condannò all’inferiorità politica.

Il cattolicismo non è simpatico alla natura slava; e là stesso ove lo si è impiantato, esso ha cangiato di carattere. Sradicata senza sforzi, presso gli Scandinavi, alterata nel suo spirito in Polonia, in Ungheria, in Boemia, la dottrina cattolica ha contri-