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ed erbe verdeggianti, la catena degli OltaiFonte/commento: Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/376 a destra e dei Soblonoi di fronte, arriviamo finalmente a IrkeretiskFonte/commento: Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/376, la capitale della Siberia orientale, adagiata sul versante elevato dell’Angara — a un mese da PekiaFonte/commento: Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/376.

In questa città, più chiese che case, case a mattoni e tugurii in legno; il movimento febbrile di una capitale che fa assaiFonte/commento: Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/376; macadam, marciapiedi in legno, piazze ombreggiate, gore di fango, insegne francesi, pianoforti a coda, poliziotti, viali sull’Angara, lampioni ad olio, milionari: non portinaj nè lacche di montone!

Il governatore è il generale Ionkowski, di cui stavo oramai per divenire umile suddito, o piuttosto misero oggetto. Il capo della polizia, Wokoulski, capitò. Egli esaminò le mie carte, ed ordinò ai gendarmi di continuare la strada. Non si curò nemmeno di dimandarmi se, avendo percorsi, di un sol fiato, 5000 chilometri, io avessi potuto aver bisogno di un po’ di riposo.

Una scena caratteristica venne a distrarmi ed a rattristarmi. Mentre io aspettava nel corpo di guardia che il capo della polizia avesse letto la mia filza (incartamento), due gendarmi, dall’uniforme azzurro e dall’elmo di rame, spinsero lì dentro un bipede legato ed incatenato come una bestia feroce. Egli è impossibile figurarsi alcun che di più orrido. Era un forzato, scappato dai cantieri di costruzione di Okotsk. Egli avea cancellato, mediante l’acido fosforicoFonte/commento: Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/376, le lettere fatali vor, ladro, che il carnefice gli aveva impresse sulla fronte e sulle guance, e si era per tal guisa dato un aspetto mostruoso.

— Chi dunque ha perfezionata così la tua bellezza? gli domandò il custode del corpo di guardia.