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La madre non diceva nulla. Ella abbracciava sempre i piedi della mia. E mia madre, profondamente scossa, pareva convinta, benchè esitasse.

— Sarebbe un omicidio! esclamai io.

— No, riprese Zoliwski, è una liberazione, forse una redenzione. Io sento che non resisterei più. La prossima volta parlerei forse.... Orrore! l’infamia per me, la morte per chi sa quanti altri! Oh grazia, signora, grazia! Voi avete nelle vostre mani l’onore e la vita di un uomo, che non è stato figlio indegno della patria.... Pietà per il vinto! mercè pel debole! abbiate carità di me.

— Prendete, gridò mia madre, non resistendo più. Dio mi giudicherà.

Non fu che un lampo. Prima che avessi raggiunto il braccio di mia madre per arrestarla, la madre di Zoliwski aveva abbrancato il lampone di acido prussico, e se l’era cacciato in bocca.

— L’altro per mio figlio, diss’ella alzandosi: Dio onnipotente non mi strapperebbe più questo.

Non posso descrivervi il terrore, che s’impadronì di noi. Chiamare i carcerieri era un tradire mia madre. Lasciar compiere il suicidio di quella donna era un assassinio. Tentare di strapparle la capsula fatale, le cui pareti avevano lo spessore di una pellicola di cipolla, era forse affrettare la catastrofe. Aggiungere al martirio di Zoliwski lo spettacolo della morte di sua madre era un’esecrabile atrocità. Le preghiere, le ragioni, le minaccie, le promesse non servirono a nulla. La madre supplicò che la si lasciasse morire nelle braccia del figlio. La disperazione tranquilla di quei due infelici era irresistibile. L’eloquenza del figlio avrebbe intenerito lo Czar