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forza. Le dimostrazioni principiarono dunque con uffizii religiosi, onde onorare la memoria dei poeti patriotti Mickiewicz, Krasinski e Slovacki. Il 29 novembre risuonò, per la prima volta nella cattedrale, il Boze cos Polske, quel canto che è stato la strana Marseillaise della nostra ultima insurrezione.

«Signore Iddio — si cantava — tu che durante tanti secoli circondasti la Polonia di splendore, di potenza e di gloria, tu che la coprivi allora del tuo scudo paterno, tu che stornasti per così lungo tempo i flagelli, da cui è stata in fine schiacciata, Signore, prosternati dinanzi ai tuoi altari, noi ti scongiuriamo, rendici la patria, rendici la libertà!

«Signore Iddio, tu che più tardi, commosso dalla nostra rovina, hai protetto i campioni della più santa delle cause, tu che hai dato loro il mondo intero a testimonio del loro coraggio, ed ingrandita la loro gloria nel seno stesso della loro calamità, Signore, prosternati dinanzi ai tuoi altari, te ne scongiuriamo, rendici la patria, rendici la libertà!

«Signore Iddio, tu il cui braccio giusto e vendicatore brucia in un attimo gli scettri e i brandi dei padroni del mondo, annienta i propositi e le opere dei perversi, risveglia la speranza della nostra anima polacca, rendici la patria. Signore, rendici la libertà!

«Dio santissimo, di cui una sola parola può risuscitarci in un istante, dègnati strappare il Popolo polacco dalla mano dei tiranni, dègnati benedire gli ardori della nostra gioventù; rendici, o Signore, la patria, rendici la libertà!

«Dio tre volte santo, in nome delle piaghe sanguinose del Cristo, dègnati aprire la luce eterna ai no-