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Görgey trattava già coi Russi.

Egli propose di offrire la corona di Ungheria al principe di Leuchtemberg. Il Governo approvò questa idea. Kossuth non vi si oppose. La nazione, che ritta dietro lui, l’aveva sostenuto per due anni, era atterrita sotto il peso di 350,000 soldati austro-russi1 e sotto l’influenza del suo proprio esercito abbattuto. L’11 agosto, Kossuth diede la sua dimissione, e decretò la dittatura a Görgey. «Ami egli il suo paese, disse Kossuth alla nazione nel suo proclama, col disinteresse che l’ho amato io stesso, e più fortunato di me pervenga ad assicurare la felicità della patria. Così il Dio di giustizia e di misericodia sia con essa».

Paskewich rispose: «L’unico scopo dell’esercito russo è di combattere. Se Görgey vuol fare la sua sommissione al suo sovrano legittimo, si rivolga al comandante in capo dell’esercito austriaco».

— Morremo tutti combattendo, allora, replicò Görgey.

Egli aveva aperto le trattative per rendersi ai Russi colla clausola espressa «di non deporre le armi senza condizioni dinanzi gli Austriaci».

Görgey non tanto detestava l’Austria, quanto era geloso di Kossuth. Ma egli sapeva cosa sarebbe avvenuto dopo una reddizione agli Austriaci. Di già Haynau aveva fatto appiccare Guber e Mednyanszky, ufficiali ungheresi. La proposizione di Görgey fu alfine accettata da Paskewich, e subita da Haynau. Görgey lasciò allora Arad, e si mise in marcia per Vilagos. Pochi ufficiali soltanto sapevano che l’eser-

  1. Questa cifra è ufficiale, presa dai documenti pubblicati dallo stato-maggiore dei due eserciti.