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— Verissimo, Eminenza.
— Ora, mio diletto don Noè, come mai volete che i clienti che pagano, e sono rari, possano essere attirati da un giovanotto che, a vederlo, pare un usciere in ritiro; che ha della biancheria sudicia e grossolana e dei vestiti che mostrano la trama?
— Eh! Monsignore.
— Don Noè, la povertà è ributtante. I ricchi la sfuggono. Vostro nipote, dunque, in quell’arnese da comico ambulante, non avrà mai dei clienti che paghino.
— Ma, Eminenza, se noi siamo poveri....
— Ragione di più, don Noè, per nasconderlo. Rothschild può permettersi un vestito sdruscito; gli è un merito per lui; ma per Bruto è una disgrazia. Invece di trovare qualcuno che paghi, troverà, e ancora non è ben sicuro, qualcuno che mosso a pietà gli offrirà l’elemosina. Don Noè, diffidate sempre di quelli che fanno l’elemosina. Quelli che la fanno per l’amor di Dio sono rari.
— Ma, dunque, Monsignore, cosa dobbiamo fare?
— Parer ricchi ed esser modesti; sembrar forti ed esser umani; sembrar sapienti e non abusarne; parer pronti a servire altrui, ma non profferirsi giammai; mostrarsi armati da capo a piedi ed aspettare.
— Ma, Monsignore....
— Basta così, sclamò don Noè in persona, visibilmente più tranquillo. Hai fatto parlare S. E. come un avvocato e come un frate me: t’inganni, t’inganni, te lo dico io. Tutto codesto