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ragazzo pieno di buone intenzioni, di modestia e che promette pel futuro?

— Ringrazio mille volte Vostra Eminenza reverendissima che si sia degnata di farne l’osservazione.

— Don Noè, voi siete vecchio.

— Pur troppo, Monsignore.

— Non siete ricco.

— Povero come un cappuccino, Monsignore.

— Non potete continuare ancora per molto tempo quella vita da cane: levarvi alle cinque della mattina, servir le messe, cantar le litanie, pulire gli altari, suonare le campane, fare le piccole commissioni del parroco e della sua governante, correr qua e là e respirare per quattordici ore l’aria fredda ed appestata della vostra chiesa.

— Vostra Eminenza Reverendissima parla come il Signore Iddio di Giacobbe e di Abramo.

— Avete bisogno di qualcuno che prenda cura della vostra vecchiaia, don Noè.

— Ah certamente, Monsignore.

— Codesto qualcuno sarà certo vostro nipote.

— Non ne dubito punto, Monsignore; egli ha buon cuore e sentimento d’onore.

— Bisogna, dunque, procurargli un mestiere, una professione, farne insomma qualche cosa che sia utile a sè stesso ed agli altri.

— Studia la medicina, Monsignore.

— Va benissimo, quantunque un medico sia spesso un oggetto di lusso e quasi sempre un empio.

— Vostra Eminenza reverendissima parla come il libro della Sapienza.