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CAPITOLO VI.
I cani di don Gabriele.
Don Gabriele condusse Bruto in un caffè, via Speranzella. Entrò pel primo e sedette ad un tavolino, poi picchiò col suo grosso bastone, gridando in pari tempo:
— Bottega! bottega!
— Ai vostri ordini, Eccellenza, rispose dal fondo della bottega un garzone in maniche di camicia, senza calze ed in pantofole.
— Imbecille! gridò don Gabriele, offeso probabilmente da quel titolo di Eccellenza. Un bicchier d’acqua senza zucchero, del fuoco e il Poliorama.
— Subito, Eccellenza, continuò l’imperturbabile cameriere.
— Bestia! questo per me.
— Benissimo. Una bestia per vostra Eccellenza e poi?
Don Gabriele sorrise e soggiunse:
— La bestia è per te come mancia; per questo signore un tocchetto.
— Un tocchetto pel signore.