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— Dov’è madamigella Ondina? chiese egli.

— È quella piccola che piange, rispose un marinaio. Il personaggio si avvicinò.

— Madamigella, diss’egli, io sono l’ambasciatore di Francia, fatemi l’onore di accettare il mio braccio.

Il capitano del Sully, che l’accompagnava, rideva, come un erede, del bel tiro che aveva fatto alla polizia.

— Vi manderò domani i vostri bauli, signorina, coll’istesso mezzo e che Dio mandi il cólera al vostro governo.

L’ambasciatore condusse Ondina al palazzo dell’ambasciata, nella sua vettura, che lo aspettava a Mergellina.

La sera, il capitano del Sully raccontò questo aneddoto agli ufficiali della Belle-Poule al caffè d’Italia e tutta Napoli ne fu informata. La sera stessa si potè vedere, nel palchetto dell’ambasciata, Ondina che rideva, come una pasqua di rose, in faccia al ministro della polizia, il quale spumava dalla rabbia.

Cosa contenevano i dispacci portati da Ondina all’ambasciatore e dall’addetto napoletano al ministro degli esteri?

L’indomani, l’ambasciatore, in uniforme, si presentò al ministro, e comunicò al ministro del re: che il ministro della guerra di Parigi aveva annullate le disposizioni del ministro di Luigi XVIII; che il signor Pietro Colini era riconosciuto nel grado di colonnello da lui posseduto nel tempo della battaglia di Waterloo, e che si procedeva ad una inchiesta onde assicurarsi se l’imperatore gli avesse conferito il