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CAPITOLO XIII.
Post nubila Phoebus.
L’assassinio dell’avvocato, la storia del conte d’Altamura, narrata ed esagerata da cento bocche, l’ingerenza dell’ambasciatore di Francia nel processo del colonnello, di cui venne pure a galla la storia, l’uccisione di Cecilia, nota come una delle lionnes della capitale.... tutte queste notizie, gettate di un sol colpo in quella città dal silenzio morale e dallo strepito assordante, produssero un’agitazione di spiriti, di cui non v’era più esempio dopo la rivoluzione del 1820. Gli era a chi arrogeva la sua parte di dettagli al fondo generale. Gli era a chi ricolmerebbe le reticenze del conte d’Altamura, a chi designerebbe i nomi propri delle persone implicate nel suo racconto.
Gli incidenti in un racconto sono come le ciliege in un canestro: una aggrancia l’altra. Tranne gli episodi medicinali dell’appartamento secreto di Ruitz, tutto il resto era cognito e si commentava nei caffè e nei saloni. Le passioni si accendevano. La sorte di Cecilia commoveva