Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/285

nugolo di balordi e di donne del popolo armate di conocchie, li circondarono come gli orsi alla fiera.... L’intendente fece un segno e un contadino si gettò ai piedi del marchese per scalzarlo degli stivali, presentandogli delle pantofole. Un altro gli accoccò di nuovo sul capo il cappello da viaggio. Un terzo lo strinse e costrinse la signora a bere un bicchierino di vino; mentre essi avrebbero, di certo, preferito una limonata.

“ — Sareste ammalato? Se non vi sentite bene, disse l’intendente, vi farò preparare una tisana di acqua di malva e mele. L’è una cosa stupenda pel petto.

“Si dibattevano ancora contro questi usi del paese, quando giunsero a far visita le dame del luogo, coi loro vestiti da nozze di vent’anni fa ed i loro mariti più o meno in abito nero. Non conoscevano i nuovi arrivati, nè da parte di Eva nè da quella di Adamo. Non monta: gli uomini si precipitarono sul marchese; le donne sulla marchesa; e gli abbracciamenti scoppiarono fitti come colpi di pistola, profumati da un alito di aglio, di pipa o di vino. Ora, siccome in provincia non si fa la barba che una volta alla settimana, la domenica avanti la messa, dopo gli abbracci il marchese si sentì bruciare il viso come se lo avessero stropicciato con ortiche.

“Si sedette in cerchio. La testa quadra del villaggio incominciò ad interrogare il marchese sulla sua salute, se era ricco, se aveva debiti, se aveva figliuoli, se andava a caccia, quante paia di calze aveva portato seco e quanti bezzi; quanto spendeva al giorno, se qualche volta