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principe di Sora, vendendo a tale scopo tutto ciò che possedeva, e contraendo un debito onde completare il prezzo di compera. Il figlio del principe di Sora, bellissimo giovane, marchese d’Ateila, aveva seguito la Corte dei Borboni in Sicila ed erasi cattivato il favore della regina Carolina, la quale amava i bei giovani, ciò che non le impediva di amare altresì anche le belle donne. Quando i Borboni furono ricondotti a Napoli dal cardinal Ruffo, Nelson ed Emma Liona e che la repubblica naufragò nel sangue, il marchese d’Atella reclamò la restituzione del suo feudo, asserendo che suo padre non aveva facoltà di vendere ciò che era un appannaggio costituente il suo maggiorasco e che il conte d’Altamura non poteva restarne possessore, perchè aveva.... accettato la repubblica e simpatizzato con la Francia! S’intavolò un processo, che avanzò rapidamente sotto l’impulso della regina e di Emma Liona.

Però, per quanto presto procedesse, gli avvenimenti correvano ancora più celeremente che le sentenze dei tribunali, e Napoleone emetteva dei decreti che volavano come quelli del destino. Il processo non era, adunque, ancora terminato, quando i Borboni furono di nuovo ricacciati in Sicilia, e Giuseppe da prima, poi Gioacchino vennero ad occupare la prefettura reale di Napoli.

In questo frattempo il conte d’Altamura moriva e lasciava un figliuolo minorenne ed una vecchia vedova. Il processo si agghiadò. Ma il minorenne toccò l’età virile, divenne conte d’Altamura ed accelerò il processo, che si giudi-