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CAPITOLO X.


Un abate come un altro.


Tre mesi sono passati.

Gli avvenimenti hanno progredito e precipitano verso lo scioglimento.

Sbarazziamo la nostra via.

Il padre di Bruto e la povera Tartaruga sono morti.

Il marchese di Diano se l’è svignata a Parigi, ed è probabile che, avendo mangiato del frutto proibito, non ritorni così tosto a Napoli.

Don Gabriele ha arricchito il suo repertorio di nuove commedie, che gli fanno ogni sera teatro pieno.

Bruto, profondamente malinconico, ha cessato di vedere il conte di Ruitz. È d’uopo credere però che sia costui che per favore postumo l’abbia fatto nominare secondo medico della regina madre. Il conte Ruitz si è consolato dei suoi dispiaceri e dell’abbandono di Bruto colla conoscenza che ha fatto di uno dei suoi compatriotti, bello e vigoroso garzone di ventisei anni, ch’egli chiama non saprei se consigliere,