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— Niente affatto.

— È curiosa ed istruttiva. Il re Filippo V non era molto fedele alla sua prima moglie, Luigia di Savoja. Aveva delle amanti, che però nascondeva, non volendo dispiacere alla regina. Il marchese riceveva in casa il re, sotto il nome di conte d’Arguille, e aveva cura di farvi trovare qualche persona abbastanza bella per poter distrarre S. M. Ma Filippo V, che si annoiava, annoiava anche gli altri, e le belle persone che dovevano distrarre S. M. mancavano spesso al ritrovo. Il credito, gl’interessi ed il favore del marchese erano ad ogni istante minacciati di essere compromessi. Che cosa pensò allora l’astuto ed onesto Basco? Fece sposare a suo figlio la più bella e la più graziosa donna della Spagna, che il re mostrava desiderio di conooscere. Dal momento che la Marchesa d’Alenteyo y Espinosa y Prato-de-Mallo entrò in quella casa, fu incaricata essa di ricevere il re. Ella accettò le funzioni, le trovò pesanti, è vero, poichè la bizzarria e la noia del re erano cose pesanti da sopportarsi, ma sapendo alla fin fine che lavorava per sè, per la sua casa, pei suoi figli, per la sua fortuna, essa si sottopose bravamente al carico e restò sulla breccia, da cui le altre s’erano ritirate.

“Il fortunato marchese, dopo il matrimonio, non ebbe più a preoccuparsi d’avere sempre nel suo album una sostituta nelle funzioni di spassatrice del re e di dover essere sempre preparato ai disastri d’uno sciopero. Sua nuora fu la sua associata.

— Ma che analogia c’è, signor conte, fra la