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CAPITOLO III.


Il seguito del conte Ruitz de Llamanda.


Facciamo un passo indietro.

Quando la donna velata aveva sorpreso Bruto nello studio del conte, si era ritirata, guardandolo a tre riprese. La prima parola, che aveva detto al conte, quando la cortina fu ricaduta, era stata:

— Ebbene?

— Nessuna notizia, signora, rispose il conte, inchinandosi umilmente, ma ne avremo. Ho messo sulle sue traccie un certo Fuina, il più astuto bravo della nostra polizia.

La donna sospirò ed aggiunse:

— Sopratutto che non si facciano scandali. Chi è quel giovane che era qui poco fa?

— Un medico, signora, un provinciale. Non c’è nulla da temere.

— Ha una faccia onesta. Lasciatemi; vado a riposarmi un poco.

Non so quale idea traversò lo spirito del conte. Il suo viso si rasserenò.

Il dottor Tibia fu ringraziato, ma il domani