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mossa dal dolore di quel vecchio, dalle preghiere del custode de’ suoi canarini, dalla causa del duello; il re, che doveva avere qualche riguardo per sua madre, si rabbonì, piegò e finì col far grazia. Il marchese andò a ringraziare il re e la regina madre.

Da quel giorno abbandonò la casa paterna, prese in affitto un piccolo appartamento del palazzo Sirignano, a Fontana Medina, e divenne guappo. Chi avrebbe osato litigare con lui, che aveva ucciso un sì grosso selvaggiume e che aveva provato di aver tanto favore a corte, colla grazia ottenuta?

Nella cucina del suo appartamento tutti i sorci della casa andavano a dare delle feste da ballo. Grog, che dopo la piccola disgrazia toccata nella sua discesa accelerata, aveva avuto l’ambizione di avanzare di grado, riceveva le sue relazioni nella sala da pranzo. I ragni si erano impadroniti della sala di ricevimento.... Le altre due stanze soltanto restavano per uso del marchese.

Nel piccolo gabinetto e nella stanza da letto regnava e governava, quindi, il massimo disordine.

Gli stivali erano sul canapè, gli abiti per terra o sulle sedie. Sopra un armadio stava un utensile, che per solito si tiene nascosto in un piccolo mobile vicino al letto. Il marchese lo nascondeva, a dire il vero, sotto un volume di Paul de Kock, preso a prestito dal vicino gabinetto di lettura.

Le pipe, i sigari erano misti, sul tavolo, alle lettere, a’ bigliettini profumati, di differenti colori. Qua e là differenti pistole, dei biglietti di