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— Non si nascondono lungamente le ferite, signorina. Arriva sempre un istante in cui il morale è vinto dal fisico. Tutto ciò che è stato detto e scritto in contrario, a proposito degli eroi e dei martiri, è poesia, o vanteria. Voi, del resto, sapete che siete ammalata ed io lo vedo chiaramente.

— E che cosa ho allora?

Bruto restò un momento a riflettere, poi mormorò:

— Povera figliuola!

— Voi dite? replicò Cecilia sollevandosi sul suo gomito.

— Noi abbiamo, signorina, dei nomi greci per le malattie. Siccome voi probabilmente non sapete il greco, ed io non arriverei mai a tradurre questa parola in un italiano conveniente, vi fo grazia del nome. D’altronde non aspiro a prestarvi le mie cure. Cercar di guarirvi, gli è uccidervi.

— Giuocate, dunque, agli enigmi, dottore?

— Io non giuoco di nulla, signorina. Non son mica poi ancora tanto incallito nel mestiere per vedere in una bella giovane, come voi, semplicemente una sorgente di lucro pel mio bilancio di rendite.

— Vi fo grazia del vostro disinteresse, dottore. Non siete stato chiamato per questo, credo. Voglio tenermi altresì Tibia e seguire i suoi consigli; ma voglio avere la coscienza di ciò che fo. Ora agisco per istinto; quando m’avrete detto che v’è un mezzo per salvarmi, sarò contenta di me stessa e della risoluzione che sarò per prendere.