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— Non sarei restato qui un’ora di più se....

E i suoi occhi, che si volsero involontariamente verso la finestra, compirono la frase per don Gabriele. Tartaruga mangiava e pregava senza accorgersi di nulla.

— Io non ho null’altro che la persona a portar via di qui. Tutto quello che si trova è per Tartaruga.

A queste parole, che ben comprese, Tartaruga scoppiò in singhiozzi e la forchetta le cadde di mano.

— Mi scacciate! sclamò; che cosa ho fatto di male, dunque?

— Vi cercherò una stanza, che pagherò io, disse Bruto. Le masserizie, qualche risparmio lasciato dallo zio, vi aiuteranno a vivere per alcune settimane. I primi bezzi, che guadagnerò, li divideremo.

Tartaruga si alzò da tavola, sempre piangendo, prese una forbice e senza pronunziare una parola, si mise a scucire in furia il pagliericcio di don Noè. Cercò con attenzione in mezzo infra le foglie secche di granturco; poi, non trovando nulla, uscì da un altro lato.

Il sudore le gocciava dalla fronte e impallidiva. Niente ancora. Tartaruga allora sventrò tutto il pagliericcio e finalmente trovò un pacchetto di carte, che gettò davanti a Bruto.

— Che roba è codesta? sclamò don Gabriele. Bruto gli porse il pacco.

— Cosa? chiese il burattinaio.

— Guarda.

— Tremila ducati in biglietti di banca!

— Potete prendere una stanza per voi, don