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CAPITOLO XI.


Tutto per il meglio.


Non so quanto tempo Bruto rimase in quella posizione. Pregò e pensò. Fino allora aveva tutto al più vaneggiato.

I vicini, affaccendati, pieni di buona volontà, facevano tutto quel che potevano per rendersi utili.

Consolavano Tartaruga, che, al pari di Rachele, non voleva essere consolata; s’impietosivano sopra il dolore muto ed intenso di Bruto, e mentre si raccontavano l’accaduto, la causa, il corso della malattia, ne cavavano fuori un terno al lotto.

Per i Napoletani, tutti i fenomeni della vita cosmica e sociale sono enigmi, che racchiudono dei numeri pel lotto.

Con delle tavole e delle sedie che ognuno s’affrettò d’imprestare, si rizzò una specie di letto mortuario nel mezzo della stanza, sopra il quale fu posto don Noè, lavato e vestito di ciò che aveva di meglio, la testa verso la porta.