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che sarebbe forse giunto a quell’ora, Bambina si pose alla finestra, ed una fiamma le salì dai piedi alla testa, le scese dalla testa ai piedi. Il desiderio dell’infinito illuminava la sua serafica bellezza. Alle undici e mezzo il vico era deserto, il silenzio dovunque, i passanti rarissimi nella strada di Forcella, all’estremo dell’angiporto. I dodici colpi di mezzanotte vibrarono. Allora Bambina rientrò e chiuse la finestra. Ella mandò Concettella a coricarsi e ritornò nel salone. Un rumore lontano, una vettura che passava nella strada di Forcella, arrivò a lei. Bambina saltò in piedi, cavò fuori la scatola della sua tasca ed inghiottì una dopo l’altra le quindici o sedici pillole di morfina che conteneva. Ella respirò alla fine.

— Ho quattro o cinque ore di vita a dargli, mormorò essa — poco esperta in tossicologia — tutto a lui, tutto, tutto, tutto. Dio, mio Signore, non turbare la mia gioia con le torture della morte.

Ella si assise, tese l’orecchio ed.... aspettò.

Il Padre Piombini non venne.