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cano è giunto in rada stamane. Uno dei miei penitenti mi aveva di già ottenuto dal ministro americano un ordine d’imbarco. La pratica è stata condotta col più grande segreto, al confessionale, per istornare l’osservazione de’ miei confratelli. Il ministro americano mi aspetta in casa sua.... che dico? ci aspetta, dimani sera.... nella notte di domani. La sua carrozza sarà nella strada S. Sebastiano, alla mia porta, ai miei ordini. La sua vettura è inviolabile ed il segretario dell’ambasciata vi si terrà dentro. Costui è pure ai miei ordini. Io uscirò dal Gesù Nuovo alle undici e verrò qui alla porta. Io voglio essere qualche ora con te, essere tutto a te, averti tutta a me.... Poi ti presenterò al ministro americano come mia moglie. Io abiuro. Io mi fo protestante. Ci mariteremo innanzi al console americano. Partiremo per l’America sul naviglio da guerra che è nel porto. Rinnovelleremo il nostro matrimonio solennemente a New York. Ecco ciò che ho potuto fare. Vostro fratello è istrutto delle mie pratiche. Io non ho che questo a dirvi.

Vi era nell’accento del padre Piombini qualche cosa di così penetrante, di così toccante, che Bambina non trovò nulla a rispondere. Ella vedeva quell’uomo sotto una luce nuova, al fisico come al morale. Il gesuita non esisteva più che quasi come una memoria benefattrice. L’ammirazione, il rispetto, la riconoscenza, un fascio di sentimenti femminini nuovi, qualche cosa di incognito e d’indefinito che circolava nelle sue vene ed ossidava il suo sangue, un’aureola iridata e vagabonda che