Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/359

Il prete non ha scrupoli. Egli è arso dall’astinenza; subisce le tentazioni. Essi si parlano oggi, poi la sera nel crepuscolo prima che si accenda la candela, poi si conversa dopo cena. Si rivangano i malanni; si confessa una storia d’amore; la testa si riscalda; il cuore si apre; l’immaginazione galoppa; si favella più basso, più basso ancora; s’impallidisce Dio santo! cosa volete? si è infine stanchi di resistere; si ha un momento di obblio; la preoccupazione dello avvenire sopravviene; la fame è immorale; i cenci sul corpo di una bella fanciulla sono una negazione di Dio; non un ricovero pel verno che picchia; non una buca per la notte; mendicare, mendicar sempre; tutte le porte chiuse. La ragione parla, il cuore sanguina, ma insomma la testa pensa; si chiudono gli occhi; si trangugiano le lagrime, ma alla fine....

— Ma alla fine? replicò Gabriele cogli occhi sbarrati, i pugni convulsi, l’alito sospeso, le narici frementi, divaricate.... ma alla fine?

— Ahimè! è l’istoria di tutte le fanciulle. Dopo aver lottato, l’anima si accascia, il corpo soccombe senza avvedersi... e Concettella diviene la ganza di Don Diego Spani.

— Tu menti! gridò Gabriele.

E nel tempo stesso si avventa di uno slancio sopra Filippo e lo percuote al viso.

— Sangue di Dio! urlò Filippo a volta sua, tirando di sotto la giubba un lungo coltello e precipitandosi sopra Gabriele.

Gabriele non si mosse. Gli astanti s’interposero.

— Io beverò il tuo sangue! continuò a gridare Fi-