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tutiva il rumore dei passi. Quando furono innanzi alla porta videro la luce filtrare a traverso le bandinelle abbassate delle finestre ed udirono il suono delle voci.

— Permettete che vi preceda, disse Bambina, per vedere se le porte sono aperte ed in che modo possiate vedere ed udire.

— Va, sclamò il re.

Mentre Bambina entrava, — la porta era socchiusa, — il re ed il principe di Schwartzemberg si rannicchiarono sotto i lauro-rosa e le magnolie, vicino alle finestre del primo piano.

La curiosità li tentò. Essi sollevarono un po’ la stuoia e tuffarono lo sguardo nella camera.

Intorno ad un tavolo si tenevano alcuni dei membri del comitato. Assisi sul divano, in fondo della stanza, il marchese di Sora ed il colonnello Colini s’intrattenevano, parlando a voce bassa, col marchese di Tregle in piedi innanzi a loro.

Era la prima volta che il colonnello presentava il marchese di Sora al comitato, avendo ciò richiesto per sua giustifica. Il marchese vi aveva consentito. Essi avevano aggiornata questa presentazione al momento della riunione dei delegati.

Il re non potè nulla udire di ciò che dicevano il marchese di Sora ed il colonnello Colini; ma dai lembi della conversazione degli altri, egli acquistò la convinzione che quivi si cospirava.

Il re e l’ambasciatore erano lì quando udirono il grido disperato di Bambina.

Per un movimento inconsiderato, istintivo, lungi