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la più spaventevole delle cure, per tutt’uomo che non ha a sua disposizione gli eunuchi ed il sacco del Sultano, la Banca d’Inghilterra, od il potere illimitato dello Czar.
— Che volete voi dire?
— Questo: che io vi ringrazio dell’onore che mi avete fatto domandandomi la mano di mia sorella, cui io sono nell’impotenza di accordarvi.
— Voi me la rifiutate dunque?
— Precisamente no, nello stato in cui sono le cose. Ma io non posso darvi ciò che non ho più: mia sorella mi è stata rapita, o piuttosto, ella ha disertato dalla casa.
— Signor abate, gli scherzi sono buoni ma quando essi sono opportuni, rispose Don Domenico con amarezza. L’istoria che mi contate per palliare il vostro rifiuto è assurda. A Napoli, le femmine non si perdono come una spilla nella sabbia, o un piccolo cane che ha smarrito il suo padrone.
— Nonpertanto, signore, la cosa è così: la è arrivata due o tre giorni dopo che io ricevei la vostra lettera.
— E venite a darmene avviso solamente oggi?
— Gli è che, prima di mettere la polizia sulle tracce della fuggitiva, io ho voluto riflettere ed assicurarmi ove ella sia, chi l’ha aiutata a mettere in atto questo colpo di testa, e per quale ragione ella aveva preso quel partito disperato.
— Ed ora sapete tutto cotesto?
— Io ignoro ancora ove ella sia. Ma conosco colui che ha protetta la sua fuga, ed ho indovinato perchè la mi abbia abbandonato.