Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/250

avete passata quella di esser minore. Ve ne supplico dunque, non mi favellate più dei vostri interessi.

— Io non vengo a domandarvi nè aiuto nè consiglio, rispose il prete, ma l’assicurazione che mia sorella non corre alcun pericolo. La sua lettera m’ha data la chiave di questo mistero. La sua sicurezza non m’inquieta, sapendo in quali mani ella depositava il suo destino. L’onor di vostro padre è per me una garentia del vostro. Io non voglio strappare Bambina all’asilo che le avete trovato. Ma voglio esser sicuro che foste voi che glielo procuraste e ch’ella vi è rispettata. Ecco l’oggetto della mia visita.

— Io non ho nulla ad apprendervi, rispose freddamente il barone. Voi dovete sapere quali considerazioni han potuto determinare vostra sorella a fuggire la vostra dimora, ed a quali persone ella poteva indirizzarsi.

— Lo so di già, rispose Don Diego. Ma permettetemi di soggiungere, che io diffido dei giovani di ventiquattro anni che si fanno angioli custodi delle giovanette di diciotto. Gli è chiaro così?

— Avete ragione, signore, di esser sospettoso in simile circostanza, quando i fratelli essi stessi sono dei custodi così dubbii. Ma finiamola qui. Voi arrivate di provincia con la rudezza tenace della bramosia, naturale agli uomini che ignorano il mondo reale. Il successo che si viola è sempre un successo deflorato, e perciò sospetto. Fatevi attenzione. Voi appartenete — oso sperarlo ancora — ad un partito geloso, sospettoso, circondato da trappole, il