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già le sue due piastre maculate di sangue, quando sentì due mani posarsi sulle sue braccia ed abbrancarlo. Allora, in un lampo e’ si risovvenne di tutto ciò che aveva fatto, gettò un grido stridente e cadde spossato nelle braccia dei birri.

Qualche ora dopo, si trovò innanzi ad un commissario di polizia.

Gabriele confessò tutto. Non si ebbe mestieri di maltrattarlo per farlo parlare. Egli aveva impietosito il commissario, tanto vi era di onta e di rimorsi nel suo racconto, tanto la sua stessa coscienza aveva avuto poca parte nella perpetrazione del delitto. Era maniaco.

Ma, cosa bizzarra, i cinque numeri giocati da lui, uscirono all’indomani!

Il prete era morto!

Sei mesi dopo, Gabriele era condannato a ventiquattro anni di lavori forzati.

L’indomani dell’arresto, il carceriere in capo delle prigioni della Vicaria venne a cercarlo per condurlo nella sua camera.

Ecco ciò che era avvenuto.

Concettella aveva studiata la condotta di Gabriele dal dì del duello, con una indifferenza apparente. Gabriele non le aveva mai parlato di sè; ma ella aveva compreso tutta la potenza e la delicatezza della passione di lui; aveva saputo tutto ciò che Gabriele aveva fatto per lei. Ella si era persuasa che oggimai il cómpito della vita di quel giovane era di poterle dire un giorno:

— Tieni, tu sei ricca!

Dalla vendita di tutto ciò che la possedeva, ed